L'uomo che prevede i terremoti

CineFotoArt di Giordano Giovanni

L'uomo che 'prevede' i terremoti annuncia: una terribile scossa colpirà Roma l'11 maggio 2011

Il sismologo Raffaele Bendandi, vissuto tra il 1893 e il 1979, era convinto di essere in grado di prevedere i terremoti. Proprio come Giampaolo Giuliani, che assurse agli onori delle cronache perché sostenne che alcune sue misurazioni lo misero in condizione di "prevedere" il sisma che distrusse L'Aquila del 2009, teorie che però non hanno trovato sostenitori tra la grande maggioranza dei sismologi italiani.



ORIGINE COSMICA- Decine di siti di informazione hanno pubblicato la notizia secondo cui Bendandi avrebbe predetto due disastrosi terremoti, uno a Roma l'11 maggio 2011 e uno, ancora più distruttivo, il 5-6 aprile 2012. Ma è possibile sapere con certezza che questi eventi si verificheranno? Tra i documenti disponibili in rete a questo proposito, c'è un video d'epoca in cui Bendandi, nel corso del telegiornale Rai, affermava: "L'origine dei terremoti secondo la mia teoria è prettamente cosmica. Secondo dati da me raccolti e controllati il sisma avviene quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare l'azione del nostro satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti".
PREVISIONI ESATTE - A quel punto l'intervistatore gli chiede: "Quindi sarebbero prevedibili i terremoti?" E Bendandi risponde secco: "Prevedibili esattamente". L'intuizione di Bendandi era che, così come il mare si muoveva assecondando l'attrazione esercitata dalla Luna, lo stesso avvenisse anche per la crosta terrestre. La Luna, il Sole e gli altri pianeti del sistema solare provocherebbero per Bendandi rigonfiamenti della superficie terrestre e, quando le loro forze si sommano, scatenerebbero i movimenti tellurici. Ma chi era l'uomo che prevedeva i terremoti?
GENIO AUTODIDATTA - Nato a Faenza nel 1893, in seguito al sisma di Messina del 1908 Bendandi si appassionò ai terremoti. In occasione di quello della Marsica del 1915, si accorse che l'anno precedente aveva lasciato un appunto in cui prevedeva tutto. Più tardi, nel 1923 davanti al notaio di Faenza decise di mettere a verbale una "profezia": il 2 gennaio 1924 si verificherà un terremoto nelle Marche. Bendandi sbagliò di soli due giorni. Tuttavia il Corriere gli dedicò la prima pagina, chiamandolo "colui che prevede i terremoti". Anche il sisma del Friuli nel 1976 pare fosse stato in qualche modo "previsto" dall'esperto, che tentò di avvisare le autorità senza però essere ascoltato. Bendandi fu trovato morto, in circostanze misteriose, nel 1979.
ROMA, 11 MAGGIO 2011 - Ma nelle carte di Bendandi si parla di un terremoto che avverrà a Roma l'11 maggio 2011? Il mistero è - solo parzialmente - svelato da Paola Lagorio, presidente dell'associazione La Bendandiana, che non ne ha trovato riscontro nelle carte dello studioso: "I documenti di Bendandi con le sue previsioni per il 2011 erano stati prima gettati nel fuoco e poi salvati. Non si sa chi lo ha fatto, ma la persona si è pentita del suo gesto e le sue predizioni sul 2011 sono quindi giunte fino a noi".

Scoperta la particella che ci permetterà di prevedere terremoti ed eruzioni vulcaniche

 



Un equipe di ricercatori internazionali ha individuato delle particelle subatomiche all’interno del centro della Terra. La scoperta potrebbe aiutare i geologi a capire come le reazioni che hanno luogo all’interno della Terra influenzino ciò che succede in superficie, come i fenomeni sismici e vulcanici. Un giorno gli scienziati potrebbero sapere abbastanza sulle fonti ed i flussi di calore nella Terra da riuscire a predire eventi come la recente eruzione vulcanica in Islanda.
La scoperta, fatta dall’equipe di ricerca Borexino nei laboratori del Gran Sasso all’Istituto Italiano di Fisica Nucleare, è stata riportata in un articolo pubblicato nel numero di Aprile di ” Physics Letters B”. Il lavoro si basa sulla precedente scoperta del così detto “geoneutrino”, ottenuto durante un esperimento in Giappone nel 2005.
“Questo è un grande risultato” dice Frank Calaprice, professore di fisica a Princeton e membro dell’equipe di studio. “Dimostra che i geoneutrini sono stati individuati e fermamente consolidati come un nuovo strumento per studiare l’interno della Terra”.
I neutrini, che sono particelle fondamentali senza carica, inerti, sono emesse nell’atmosfera terrestre dal sole e dai raggi cosmici che entrano. I geoneutrini sono antineutrini — equivalenti del neutrino fatti di antimateria. I geoneutrini sono originati dal decadimento radioattivo dell’uranio, del torio e del potassio nel mantello e nella crosta terrestre — lo spesso strato che si estende per 1800 miglia sotto la superficie.
Nei laboratori come il Gran Sasso, i ricercatori stanno usando degli strumenti che agiscono come telescopi per geoneutrini, cercano cioè nel centro della Terra per trovare queste curiose particelle.
Gli scienziati si aspettano che i geoneutrini li aiutino nell’identificare meglio cosa costituisce la materia profonda dentro la Terra. “è una scoperta davvero importante che racchiude molte promesse per capire meglio la composizione e il funzionamento della Terra”, dice Thomas Duffy, professore di Geologia a Princeton, che non ha partecipato alla ricerca.
Gli studiosi di scienze della Terra vorrebbero sapere di più sul ruolo cruciale che giocano gli elementi che decadono, come l’uranio e il torio nel riscaldamento della Terra e quindi nel causare le convezioni sul mantello — il lento e regolare flusso di roccia incandescente che trasporta il calore dalle grandi profondità della terra alla superficie. La convezione, guida a turno zolle tettoniche, il cui spostamento determina i fenomeni geologici osservabili dalla superficie — la deriva dei continenti, l’espansione del fondo oceanico, le eruzioni vulcaniche e i terremoti. Nessuno sa se il decadimento radioattivo domina le azioni del calore oppure se sia solo uno degli elementi tra tanti altri.

 

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Secondo Calaprice, l’origine dell’energia prodotta dentro la Terra è una della domande fondamentali della geologia e la detenzione definita di geoneutrini nell’esperimento di Borexino conferma che la radioattività fornisce una delle più significanti frazioni di questa energia.
L’esperimento di Borexino fu in realtà disegnato per detenere neutrini solari a bassa energia, non geoneutrini. “Ma nel mentre che costruivamo l’esperimento, abbiamo realizzato che avevamo la capacità di individuare particelle che arrivavano a noi dalla radioattività interna del centro della Terra” dice Cristiano Galbiati, professore di fisica e membro dello staff di Princeton composto da 13 persone (tutto lo staff è costituito da 88 scienziati).
Il progetto di Borexino è collocato circa ad un miglio sotto la superficie del Gran Sasso, circa 60 miglia fuori Roma — il posto ideale per studiare i neutrini perché la roccia scherma i rilevatori da altri tipi di radiazioni e particelle che potrebbero confondere i dispositivi. La maggior parte del lavoro che richiede l’esperimento di Borexino consiste nell’eliminazione dei “rumori” di fondo delle radiazioni.
I Neutrini non sono difficili da individuare perché di solito passano dritti attraverso la materia, raramente interagiscono con essa. Il sensore è composto da una sfera di nylon che contiene 1000 tonnellate di idrocarburi liquidi. Uno schieramento di fotosensori è rivolto alla sfera che è rivestita all’interno di acciaio inossidabile. Tutto questo è circondato da 2400 tonnellate di acqua distillata dentro un altra sfera di acciaio che misura 59 piedi.
I neutrini solari producono un tipo di segnale quando entrano in contatto col sensore, mentre i geoneutrini ne producono un altro. I geoneutrini individuati sono circa mille volte meno dei neutrino, perciò ci sono solo alcune apparrizioni ogni anno. L’articolo descrive due anni di risultati, fino al Dicembre 2009, ma l’esperimento è ancora in corso.
L’importanza dei geoneutrini è stata teorizzata dagli scienziati negli anni sessanta, e uno studio determinante è stato compiuto da Lawrence Krauss, Sheldon Glashow e David Schramm nel 1994 che hanno dato le fondamenta a questo settore. Nel 2005 una collaborazione tra Giappone e Stati Uniti chiamata KamLAND che ha svolto un esperimento in una miniera in Giappone ha rilevato un eccesso di antineutrini a bassa energia.
Gli scienziati possono raffigurarsi un giorno in cui una serie di strutture attrezzate con i sensori per geoneutrini, collocati in punti strategici intorno al mondo, potranno sentire particelle che permetteranno di capire dettagliatamente cosa succede all’interno della Terra e come funzionano le sorgenti di calore del nucleo. Questi dati ci daranno informazioni sufficienti per prevedere fenomeni come le eruzioni vulcaniche e i terremoti.

11 maggio 2011, la profezia di Bendandi e il terremoto in
Spagna
Il Sussidiario.net – ven 13 mag 2011
L'11 maggio mezza Roma era deserta, in molti erano andati fuori città. Poi, alla sera, il disastroso terremoto in Spagna, ma
non solo. E oggi tutti si chiedono: ma allora Bendandi aveva ragione?
Yahoo! Notizie - La psicosi dell'11 maggio è andata ben oltre. Leggi cosa è successo a Roma nel giorno
della profezia di Bendandi.
 
LA TEORIA DI BENDANDI – Studioso autodidatta, partendo dalle sue conoscenze di astronomia, aveva elaborato
alcune teorie secondo le quali i terremoti potevano essere influenzati, anzi scatenati, dal particolare allineamento dei
pianeti. Una teoria che però era stata avvalorata da alcune clamorose coincidenze: ad esempio sbagliò di soli due giorni
la data del terremoto del 4 gennaio 1924 nelle Marche mentre avrebbe predetto con estrema esattezza quello del
Friuli del 1976. Il centro studi dedicato alla sua fondazione ha però smentito che esistano carte o documenti in cui
Bendandi indica un terremoto a Roma per l'11 maggio 2011, mentre avrebbe predetto quello in Giappone, pur
sbagliando l'epicentro di circa 500 chilometri.
 
IL TERREMOTO IN SPAGNA - Ore 17 circa dell'11 maggio 2011. Un violento terremoto di magnitudine superiore ai 5
gradi della scala Richter si scatena nella Spagna del sud est, provincia della Murcia. Alla fine ci saranno morti, diecimila
evacuati e ventimila persone che hanno passato la notte in strada per paura di altre scosse. Come nel caso del Giappone,
Bendandi ha predetto il giorno, ma ha sbagliato l'epicentro? E' quello che dicono oggi in molti. Che sia, ancora una
volta, una incredibile coincidenza, rimane un dato di fatto che l'11 maggio 2011 un terremoto mortale c'è stato. Epicentro
del sisma spagnolo è stato la città di Lorca, 90mila abitanti, con due scosse ciascuna di magnitudo 4.5 e 5.3.
 
L'ESPERTO DICE NO - Allora Bendandi - o chi per lui - aveva ragione? Abbiamo girato questa domanda al prof.
Alessandro Amato, dirigente di ricerca dell'Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia (INGV). «No, Bendandi non
aveva ragione. Innanzitutto perché non esiste alcuna prova scritta o documentabile che lui abbia mai parlato di un
terremoto l'11 maggio 2011, che fosse stato a Roma o in Spagna – e aggiunge - Solo ieri si sono registrati tredici terremoti
nel mondo di quella magnitudine, cioè oltre i 5 gradi della scala Richter. Oggi ne abbiamo registrati altri. Succedono
tutti i giorni in tutto il mondo tra i dieci e i venti eventi sismici di quella forza. Ieri ad esempio in Giappone, in Indonesia,
e fortunatamente senza danni perché in zone poco popolate. Purtroppo l'11 maggio ce n'è stato uno anche in Spagna che ha
colpito una città molto vulnerabile».

 

 

 

 

 

ECCO COME SI COMPORTANO GLI ANIMALI

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