Super Batterio resistente agli antibiotici

CineFotoArt di Giordano Giovanni

Scoperto nuovo superbatterio resistente a tutti gli antibiotici:

 

 

I ricercatori dell’Università di Cardiff, in Inghilterra, hanno scoperto un gene chiamato New Delhi metallo-b-lactamasa-1 (NDM-1), in alcune persone di Asia e Inghilterra, il quale rende molto resistente un nuovo batterio alla maggior parte degli antibiotici, tra cui il più potente, il carbapenemi.

La scoperta, pubblicata oggi sulla rivista The Lancet Infectious Diseases, avverte di un nuovo rischio per i pazienti che si imbarcano in quello che viene definito “turismo sanitario” in India e il Pakistan per trattamenti medici a basso costo, perché’ potrebbero venire infettati per poi propagare il nuovo batterio multiresistente, contro il quale finora, non è stata trovata ancora una terapia efficace.

La segnalazione scientifica avverte che questo super batterio è sempre più comune in Bangladesh, India e Pakistan e che sta cominciando ad apparire in Inghilterra, nei pazienti di ritorno da questi paesi: “Anche in India vengono realizzati interventi di chirurgia estetica a pazienti europei e americani, ed è così che si estenderà molto probabilmente in tutto il mondo”.

Un certo numero di pazienti infetti inglesi aveva recentemente viaggiato in India e in Pakistan per le cure ospedaliere (turismo sanitario), compresi interventi di chirurgia estetica, hanno detto i ricercatori.

Il batterio super-resistente ai farmaci è un problema crescente negli ospedali di tutto il mondo, segnato dal numero crescente di infezioni generate da questa causa, come quello generato da “Staphylococcus aureus” resistente alla meticillina (MRSA).

Carbapenemi


Per carbapenemi si intende una classe di antibiotici con struttura ad anello ß-lattamico. Più precisamente la struttura chimica dei carbapenemi contiene il 2,3-diidro-1Hpirrolo.

Fanno parte di questa classe di farmaci:

    * Imipenem (in associazione con la cilastatina, un inibitore delle deidropeptidasi)
    * Meropenem

Sono utilizzati nelle infezioni gravi e solamente quando i pazienti hanno consistenti possibilità di guarigione, al fine di evitare l'insorgenza di resistenze